Centosedici opere destinate al Civico Museo Revoltella Galleria d’arte moderna “per la loro custodia e valorizzazione” – scrivono i coniugi Luciani nella lettera di donazione ufficiale al Comune di Trieste (19 giugno 2024) – e, aggiungiamo noi, per apportare un considerevole arricchimento alla raccolta di arte triestina custodita in questa importante Istituzione artistica, che ha superato da poco i centocinquant’anni di vita (1872 – 2024).
Al Museo Revoltella in un teatro affollatissimo tra cui tanti soci del Rotary Trieste Nord, si è tenuta la cerimonia di chiusura della mostra dei 117 quadri di interesse locale dell’800 e ‘900 donati da Annamaria e Luciano Luciani (nostro socio) alla città di Trieste.
Questo munifico lascito, reclamizzato adeguatamente dai giornali locali, ha stupito non poco i cittadini triestini non più abituati a gesti di questa rilevanza. I Luciani avevano comperato in blocco il 17 maggio i dipinti d’importanza locale che avrebbero dovuti essere messi all’asta dalla casa d’aste Stadion il 24 maggio. Dopo vari confronti con la Soprintendenza che aveva ventilato la possibilità di vincolare l’intera collezione e renderla quindi indivisibile, si era deciso di accettare l’offerta dei Luciani reduci dalla vendita della loro fabbrica per la produzione di formaldeide, la “Alder”. Ciò che però rende ancora più eccezionale il fatto, è che l’intera collezione è stata messa a disposizione del Comune di Trieste con una donazione privata. Destinazione finale dei quadri: la Galleria d’Arte moderna del Museo Revoltella dove sono rimasti in mostra per alcuni mesi. L’Assessore alla Cultura Rossi ha raccontato quasi incredulo: “è stato come vincere una lotteria: si tratta di un nucleo ricchissimo di capolavori, accanto a opere minori, comunque stimabili, che appartenevano alla famiglia Irneri, i cui eredi hanno scelto di patrimonializzare, frutto di grande impegno e investimento. Ora questo patrimonio resterà alla città.”
Secondo il parere di Alessandra Tiddia, storica dell’arte locale, in forza al Mart di Rovereto, dove è conservatrice e curatrice, i quadri in questione di scuola triestina, “rappresentano una testimonianza importante della specificità dell’arte triestina dei primi decenni del ‘900. Comprende artisti come Scomparini, che si sono mossi in ambito ‘800, fino a Marchig che acquisisce influssi dalla Firenze degli anni ’20 del ‘900. In generale si tratta di artisti che assorbono le influenze nordiche, dalla Scuola di Monaco alla Secessione di Vienna, ma anche dal ‘900 italiano facendone un mix molto particolare che diventa la specificità di questo momento della vita artistica di Trieste. Ci sono opere di grandissimo valore, come quelle di Vito Timmel, degli “Incompatibili” al “Mare rosso”: un visionario, con un linguaggio che si radica a Vienna e nella pittura fauve, ma che poi viene trasposto in qualcosa che è solo ed esclusivamente suo. Un corpus di dipinti che meriterebbe, nel mondo dell’utopia, la creazione di un contenitore ad hoc.”
Cosa dire ancora? Un gigantesco Grazie ad Annamaria e Luciano Luciani e una certezza: il loro gesto rimarrà nella storia di Trieste.




