Martedì, 17 Gennaio 2017
Relatori conviviali

Il dott. Morelli (*) ringrazia soprattutto per il coraggio dei numerosi presenti che hanno sfidato la Bora per venire ad ascoltarlo. Saluta i tanti amici presenti e dice che cercherà di fare qualche riflessione sulle due identità che coesistono in lui: quella di giornalista e quella di dirigente d’azienda, non strettamente legato alla comunicazione.

La comunicazione è diventata assolutamente pervasiva in ogni momento della giornata, basti pensare al continuo informarsi adoperando compulsivamente lo smartphone, magari anche durante questa conviviale. Anche le aziende devono “comunicare” i propri prodotti ai consumatori. Ognuno di noi è bombardato da una enorme massa di informazioni. Siamo nati leggendo i giornali cartacei ed oggi invece stanno per scomparire. L’Economist colloca forse nel 2034 la stampa dell’ultima copia. Morelli crede però che succederà anche per i libri. Si tratta infatti di oggetto tattili ricchi di valore. Le informazioni oggi vengono fruite leggendo sul tablet il giornale. Siamo molto vagabondi, nella lettura, transitando da una parte all’altra. La tempestività odierna delle informazioni non ha paragoni col passato. E fa l’esempio del Presidente della Turchia che comunica con il Paese tramite lo smartphone.

Oggi le notizie scorrono rapidamente. L’informazione sarà sempre più basata sull’interpretazione dei fatti e sull’autorevolezza dei giornalisti.

Vi sono anche cambiamenti più profondi che non percepiamo. Il primo è che si è verificata una completa disintermediazione: oggi il lettore è diventato un soggetto attivo, egli stesso è in un certo senso giornalista. E cita il racconto degli eventi attuato dalle persone “comuni”, senza forme di mediazione, con le immagini. La nostra conoscenza deriva sempre di più dal racconto diretto di testimoni. Questo crea degli interrogativi sull’attendibilità di ciò che leggiamo. Umberto Eco affermava che il web è il regno dei cretini, ma non è sempre vero. Però non possiamo verificare facilmente l’attendibilità delle notizie. I nostri figli oggi si mandano immagini. Facebook live permette di postare in rete gli avvenimenti. Il giornalismo televisivo è ormai superato.

Morelli ci racconta che otto mesi fa ha fatto un viaggio di lavoro aziendale in California, visitando le sedi di Google e Facebook ed ha visto come siamo tutti profilati. È rimasto colpito dal fatto che loro hanno le idee chiarissime e che per quanto riguarda gli strumenti di comunicazione la battaglia è già stata vinta dagli smartphone. Oggi ci sono più telefoni che persone nel mondo. Tutto ciò però, in un mondo sempre più complesso, ci trasforma in conoscitori sempre più superficiali. Ed è questo il vero problema. La nostra conoscenza è cambiata. I quindicenni di oggi anni hanno un meccanismo mentale di apprendimento che è diverso dal nostro. Il nostro era un meccanismo sequenziale, mentre oggi con internet il meccanismo è di tipo reticolare. Si naviga da un link all’altro, da un post dall’altro, facendo più cose contemporaneamente con strumenti diversi come la tv, il tablet, il telefonino, il computer, ecc. È un percorso svagato, non segue un principio ed una fine come in un libro. È un modo incompleto di indagare una realtà sempre più complessa. Ci rende tutti soggetti un po’ parcellizzati e passivi.

In Google sapevano tutto della Illy, verificando quante persone avevano cercato il nome Illy in rete. E i dati erano visibili in tempo reale in una sala fantascientifica, su uno schermo rappresentante il mondo intero. Siamo tutti schedati, profilati.

Le aziende vivono le stesse problematiche. È cambiato in bene il mondo dei cittadini (non li chiama più consumatori). Pensiamo solo quanti, venti anni fa, mettevano in discussione le condizioni del conto corrente bancario o dell’assicurazione. Facciamo delle ricerche, siamo più consapevoli e maturi, ed è un gran bene. Le aziende che devono “comunicare” i loro prodotti sanno che siamo molto più vagabondi, più erratici, chiediamo cose nuove, ci informiamo on-line, visitiamo il negozio fisico e poi compriamo on line dove costa meno (es. Amazon). Il mondo è dominato da grandi attori.

Il relatore è convinto che nell’arco di cinque anni più dell’80% dei commerci mondiali saranno mediati da Amazon e da Alibaba (l’Amazon cinese). Se Mark Zuckerberg dovesse scendere in politica potrebbe raggiungere 1 miliardo e 700 mila persone tramite Facebook. Questo è il Grande Fratello, non quello di Orwell. Questo lega comunicazione e mondo delle aziende. Allo stesso tempo noi come cittadini consumatori bruciamo tutto, cambiamo idea costantemente. È caduto il paradigma che vedeva le aziende competere o sul basso prezzo o sul valore di marchio di alto posizionamento. Sono sorte molte aziende, come Swatch, Zara, Ikea, che hanno basso costo ma anche buon valore. Anche per le aziende la comunicazione diventa difficoltosa. Pokemon Go pochi mesi fa imperversava, con un successo incredibile, ma questa moda è stata superata presto. I “giocatori” inseguivano con lo smartphone fantasmini virtuali. La scorsa estate sulla quinta strada di New York Roberto Morelli ha visto davanti al negozio Apple una fiumana di ragazzi che correvano nella stessa direzione rincorrendo un Pokemon Go.

Quali sono le conclusioni? Viviamo in un’epoca che brucia tutto, con velocità crescente. L’accelerazione dei cambiamenti e della nostra vita è impressionante. Noi oggi, relativamente a dieci anni fa, facciamo molte più cose nell’unità di tempo. E siamo sottoposti a grandi stimoli. Tutto ha valore quindi niente ha valore: questo è il vero rischio. La difesa e la valorizzazione dell’uomo d’oggi è la capacità di prendere questo incredibile ventaglio di opportunità che ci offrono tecnologia e comunicazione e portarle dentro di noi al ritmo che noi decidiamo, a renderle parte della nostra cultura e renderle al nostro servizio e non viceversa.

Alla fine, per fortuna, vince sempre l’Uomo.

 

 

(*) Roberto MORELLI, ha 53 anni è laureato in Scienze Politiche all'Università di Trieste con master executive alla Bocconi, alla scuola di business dell'Università di Cambridge e alla London Business School.

È senior manager di Illycaffè, direttore del business development dell'azienda (strategie, pianificazione, sviluppo, progetti strategici), direttore della Fondazione Ernesto Illy, nonché presidente del master universitario in Economia e Scienza del caffè.

È editorialista de "Il Piccolo"; già direttore di Telequattro, inviato del Corriere della Sera per il Nordest ed editorialista de "Il Gazzettino"; già docente in teorie e tecniche del linguaggio giornalistico all'Università di Trieste.

È inoltre Presidente della Scuola Internazionale, nonché autore di saggi, di un romanzo e di un manuale universitario in Giornalismo.