Martedì, 24 Gennaio 2017
Relatori conviviali

“IL CINEMA, LA MIA ESPERIENZA DI LAVORO: DAL FILM D’AUTORE AL RED CARPET”

“Sono abituata a parlare soprattutto a persone che sono vicine al cinema per motivi professionali o a studenti e sono molto contenta di essere qui a raccontarvi il mio percorso di vita in un ambito che la maggioranza delle persone considera un puro divertimento: il cinema, appunto. Molti di voi probabilmente si domandano cosa sta dietro alla preparazione di un film e cosa deve accadere affinché arrivi nelle sale e sia quindi fruibile dal pubblico. Io ho avuto la fortuna di vivere questa esperienza in un periodo molto produttivo per il cinema, il teatro e le arti visive.  Sono triestina e, anche attraverso la frequentazione della Cappella Underground con i miei genitori, nel periodo in cui andavo al Liceo Petrarca, ho deciso molto presto di diventare scenografa dei film di fantascienza, o almeno questa è la scelta che ho comunicato alla mia famiglia dopo aver visto “2001 Odissea nello spazio” di Kubrik. Mio nonno, noto commerciante ebreo triestino, non prese la cosa con particolare entusiasmo.

Mentre frequentavo il Dipartimento di Architettura e di arti visive a Venezia sono entrata quasi per caso, nell’archiviare videocassette d’epoca, in contatto con l’organizzazione della Mostra del Cinema. Erano anni caratterizzati da una maggiore meritocrazia rispetto ad oggi. Nel giro di un anno e mezzo sono venuta in contatto con Gillo Pontecorvo che amava scommettere sui giovani. Grazie alle mie conoscenze in merito al cinema maturate attraverso la frequentazione della Cappella Underground (e mi piace qui ricordare le amiche Annamaria Pergavassi e Rossella Pisciotta, entrambe recentemente scomparse) ottenni da Pontecorvo l’incarico di ricerca filmica della Mostra del Cinema. Il cinema dell’epoca era caratterizzato da grande creatività e io ho potuto fruire di dinamiche di tempo e conoscenza che mi hanno fatto scoprire il cinema d’autore, in particolare mitteleuropeo, che ho portato a Venezia. La Mostra del Cinema di Venezia è stata per me un trampolino di lancio. Erano anni di grande fertilità per gli autori dell’Europa centro-orientale. Quando una persona lavora con la mostra del cinema di Venezia viene richiesta e invitata da altre parti e così nel 2000 sono entrata a far parte dello staff del Festival di Locarno in qualità di curatore. Il Festival era uno dei più importanti d’Europa, quello che più indagava un cinema d’autore dove contavano i soggetti e la letteratura, non gli effetti speciali. Una delle mie specialità è diventata la contaminazione tra il cinema e altre forme artistiche.  La ragione del titolo che ho scelto risiede, appunto, nel mio percorso professionale, perché dal Festival di Locarno, che era una nicchia cinematografica, dopo dieci anni sono passata agli Stati Uniti. Al festival di Locarno, infatti, venivano diversi operatori del mondo cinematografico americano provenienti da New York, Los Angeles e Sanders (Uta). La mia frequentazione con il cinema americano era soprattutto a Los Angeles, dove andavo a vedere il cinema più popolare di intrattenimento, a New York, dove si produceva un cinema più intellettuale, politico e militante, e il festival di Sanders. Quest’ultimo è un Festival fondato da Robert Redford e dedicato al cinema d’autore, nato quasi come un club elitario tra amici che volevano mostrarsi reciprocamente soggetti e sceneggiature ed è diventato uno dei festival del cinema autoriale più importanti. Al Festival di Sanders mi hanno chiesto collaborazione per portare in America il cinema d’autore europeo e asiatico con la finalità di sgrezzare un pubblico abituato ai film hollywoodiani. Sono stata la prima donna europea ad essere direttore di un festival americano.  L’Europa, dal punto di vista dell’arte, della cultura e della comunicazione è considerata in America ad un livello altissimo. Tuttavia il contatto con Hollywood era sempre presente nelle mie frequentazioni ed è per questo che posso dire che in quegli anni ho frequentato il cinema d’autore e le produzioni di nicchia quanto il red carpet.

Mi mancava però l’Europa e, pur continuando a collaborare con diverse istituzioni americane, nel 2011 ho deciso di tornare in Italia. È stata una decisione un po’ controcorrente se pensiamo che ha coinciso con uno dei periodi di maggior crisi economica. Sono tornata in Città anche per insegnare ai giovani quello che avevo imparato in quegli anni. Sono contenta che questa mia presentazione si svolga oggi, perché proprio in questo momento, in una sala adiacente a quella dove si svolge il Trieste Film Festival, al Teatro Miela, ha luogo uno dei momenti conviviali e di business più interessanti: una tre-giorni di incontri tra produttori, sceneggiatori e registi scandinavi, del Baltico, mitteleuropei che si conoscono e si scambiano proposte per la realizzazione di film. Per realizzare un film servono tre/quattro anni di lavoro. Tra coloro che hanno frequentato questa edizioni ci sono addirittura dei produttori che hanno ricevuto il premio Oscar. C’è anche la direttrice del Festival di Pietroburgo, rappresentanti del Festival di Canne e di Berlino. Loro vengono in questa città che considerano assolutamente favolosa.

Vivo a Trieste perché è una città con un’altissima qualità di vita. Penso che bisognerebbe esserne più consapevoli, volerle più bene e promuoverla. Vi assicuro che chi viene qui per lavoro la trova una delle più belle città del mondo”. 

 

 

Tiziana FINZI è nata a Trieste, dopo gli studi di Architettura a Venezia e Storia del Cinema a Trieste, inizia a lavorare presso La Biennale di Venezia nel 1995 e la Mostra del Cinema.

A Trieste è membro della storica Cappella Underground e fondatrice insieme a critici del cinema e intellettuali triestini del Trieste Film Festival Alpe Adria Cinema (1988) e del Teatro Miela (1990).

Lavora presso la Mostra del Cinema di Venezia sotto la Direzione di Gillo Pontecorvo e Felice Laudadio. Nel 2000 si trasferisce al Festival di Locarno dove lavora come curatore sotto la Direzione di Marco Müller e in seguito di Irene Bignardi. Nel 2005 diviene condirettore del Festival di Locarno.

Da dicembre 2007 si trasferisce negli Stati Uniti per la Direzione del Festival Internazionale di Miami. Da sempre interessata alla ricerca del cinema d'autore e alla sperimentazione delle arti visive è autrice di rassegne e manifestazioni che intersecano i linguaggi delle diverse discipline artistiche. Collabora con molti artisti multimediali, fotografi e la brand italiana Stone Island. Attualmente è responsabile della sezione cinema e comunicazione visiva del Teatro Miela.