Martedì, 17 Giugno 2014
Relatori conviviali

L’altra settimana si è svolto a Trieste un importante convegno sull’epilessia organizzato dalla Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE) di Trieste. Sono anni che mi occupo di questa malattia e che la curo. La malattia epilettica è la più diffusa e non sempre è stata riconosciuta come tale, tanto è vero che nel Medioevo ha portato tante donne a morire sul rogo come streghe.

Nella mia illustrazione voglio cercare di darvi un quadro della malattia parlandovi di alcuni suoi portatori eccellenti, casi clinici a tutti gli effetti, per farvi comprendere che, pur essendo un vulnus importante, non compromette certamente tutte le facoltà della persona.

Gli unici due esempi estremi che vi voglio portare, legati al pregiudizio e allo stigma della malattia, sono questi due: Un ragazzo epilettico nato nel 1921 e una bambina di quattro anni, entrambi “eliminati” in ragione del loro handicap. 

Non sono, però, gli esempi che i medici preferiscono citare. Vi esporrò di seguito alcuni curriculum di eccellenza e voi poi mi direte a chi corrisponde il profilo. Accanto al profilo metterò sempre il segno zodiacale, non perché io creda in certi pregiudizi, ma proprio per dimostrarvi che gli influssi astrali, contrariamente a quanto alcuni nel tempo hanno creduto, non c’entrano proprio niente.  Introdurrò i profili con le iniziali di nome e cognome.

G.C. Nasce il 12 luglio, cancro. Militare, politico, governante, scrittore. Figlio di una famiglia medio borghese di lignaggio. Educato da illustri insegnanti. Impegnato politicamente fin da giovane seppur di famiglia nobile si schiera da subito con i democratici (forse stimolato da suo zio noto esponente del partito popolare). Entra nei ranghi dello Stato e passa da questore a console. Soggiorna lungamente in Spagna e venne poi eletto magistrato. Durante il suo ruolo pubblico ebbe violenti scontri sia con la Francia che con la Germania. Morì  tragicamente per un attentato a Roma all’età di 56 anni.

Per due volte durante le sue funzioni fu colto da morbo comiziale a 51 e a 54 anni, con perdita di coscienza e convulsioni tonico cloniche.  Si è convinto che le crisi arrivassero sempre nei periodi di inattività, tanto che nell’ultima parte della sua vita continuava a progettare viaggi o spedizioni che a suo dire avrebbero impegnato il fisico e  la mente e bloccato l’evenienza di una crisi. La malattia epilettica venne imputata, per molto tempo, ad un parto travagliato, per taglio cesareo.

Ovviamente stiamo parlando di Giulio Cesare.

S. d. T. Di famiglia benestante, aveva doppia cittadinanza, quella di origine e, caso raro, anche la cittadinanza del governo occupatore. Di solida cultura classica, parlava più lingue. Nonostante l’origine familiare e sociale, è sempre stato considerato un laico sicuramente in contrasto con l’egemonia religiosa del suo tempo. Ebbe il primo episodio critico (allucinazioni visive, uditive, perdita di coscienza) mentre si recava dalla sua città di residenza alla capitale per un’azione di polizia (doveva reprimere alcuni moti rivoluzionari). Questo episodio condizionò in maniera così forte la sua vita tanto che immediatamente abbandonò il suo ruolo e si associò al gruppo dei rivoluzionari.

Avrete riconosciuto Saulo di Tarso

J.d.A.  Nata in campagna, da una famiglia di contadini, estremamente religiosa, si dedicò fin da ragazza ad opere di carità. Ha sempre preferito vestirsi con abiti maschili, di foggia severa, quasi militare. Con questo stratagemma riuscì a farsi arruolarsi nell’esercito e a combattere per la liberazione di alcune città occupate. Venne fatta prigioniera, processata come traditrice, venne giustiziata. Dopo oltre venti anni venne riabilitata con un secondo processo. Le prime crisi vennero descritte in tenera età: frequenti, anche più volte alla settimana, sia in veglia che in sonno, caratterizzate da rumori,voci, luci intense, talora accompagnate dal suono delle campane. In una revisione del 2006 d’Orsi e Tinuper ritengono trattarsi di una epilessia genetica idiopatica  con crisi uditive. Si sta pensando di ricercare il gene epitempina LGI1 nel suo DNA.

Avete riconosciuto Jean d’ Arc.

C.Q.

Si tratta di Carlo Quinto

Z. P. il G.  Di leggendaria altezza nacque il 30 maggio, gemelli. Fondatore di uno degli stati europei più importanti. Da giovane in incognito, come operaio, impara nei cantieri navali di altri stati le tecniche di costruzione delle navi da guerra. Per ciò fu l’ideatore della flotta del suo paese. Fondò una delle città più belle d’Europa. Ebbe una vita familiare estremamente contrastata. A 21 anni soffri forse di una encefalite. Residuarono crisi motorie all’emifaccia sinistra talora con marcia all’emicorpo, generalizzazione e perdita di coscienza. Queste crisi erano sicuramente favorite dalla sua forte propensione all’alcool.

Avete riconosciuto lo Zar Pietro il Grande

C.d.A. Discendente di alcune tra le più importanti famiglie europee, nacque a Firenze, il 5 settembre, vergine, poiché suo padre lavorava in quella città. In breve scalò tutte le gerarchie amministrative e militari e divenne comandante dell’esercito del suo paese. Uno dei pochi generali europei a sconfiggere un grande condottiero. Riformatore, scrittore di famosi trattati di strategia militare. Epilessia genetica inizia a 8 anni con mioclonie ed episodi di assenza fino all’età adulta.

Si tratta di Carlo d’Asburgo.

L.G.G.B. Nacque il 22 gennaio, acquario. Soffri in infanzia della figura di un padre etilista e violento. Inizia a scrivere a 12 anni, frequentando un collegio tra i più noti del suo paese. Subito si dimostrò una personalità avventurosa e di tormentata sessualità. Impegnato politicamente, si avvicinò a movimenti extraparlamentari. Scappò all’estero e si arruolò in un movimento di liberazione, morendo poco prima di una violenta azione armata. Personalità bipolare, soggetto a tempeste emotive. Molti dei suoi attacchi erano di natura psicogena ma poco prima di morire: “…avverte un’improvvisa debolezza ad una gamba, …. cade in convulsioni..perde la parola…”

E’ Lord  George Gordon Byron.

P.P.N. Nasce il 13 maggio, toro,  ultimo di nove fratelli. Ultimo sovrano del suo stato. Combatté e difese la sua città arruolando nel suo esercito mercenari esteri. Sconfitto, non si arrese mai e si considerò fino alla morte “prigioniero politico”. Episodi critici fin dalla gioventù. Doveva farsi sorreggere per non cadere anche durante le sue azioni di lavoro. Venne rimandata una sua promozione lavorativa a causa di attacchi epilettici. Ironia della sorte, la malattia epilettica lo esentò dal servizio militare. Volle sempre tenere aperta la porta della sua stanza da letto, con qualcuno al di fuori che lo assistesse, per paura di avere delle crisi nella notte.

Si tratta di Papa Pio Nono

G. B. Nasce il 12 dicembre, sagittario, figlio di un noto chirurgo. Di indole pigra, completa comunque gli studi ed inizia presto a sviluppare la sua vena letteraria. La sua opera principale, che tratta della moglie di un medico (sic), viene accusata di immoralità e F. viene messo sotto processo. Ha iniziato a soffrire di epilessia dall’età di 21 anni. A differenza di altri letterati non parla delle sue crisi nei suoi romanzi ma solo nelle lettere. Crisi che iniziano con una aura visiva (candele davanti agli occhi, fuochi di bengala) e si concludono con perdita di coscienza e convulsioni. Jean Paul Sartre le ha sempre definite crisi di isteria. Henri Gastaut, uno dei più grandi epilettologi le ha definite come crisi focali ad epicentro temporale sinistro (la parola).

E’ Gustave Flaubert

A. N. Chimico, nasce il 21 ottobre, bilancia, da una famiglia di ingegneri di uno degli stati più forti del periodo. Ebbe delle velleità letterarie. Costruì una fortuna con un’idea sostanzialmente semplice, utilizzando della polvere inerte. Amministrando in maniera oculata il suo patrimonio divenne un noto filantropo. Morì in Riviera a Sanremo. In una sua poesia descrive episodi critici della gioventù in maniera estremamente precisa. “Convulsioni infantili”

Si tratta di Alfred Nobel.

V. I. U.    Nasce il 22 aprile, toro,  da una famiglia di matematici e intellettuali e medici. Ebbe un’educazione approfondita, prevalentemente classica. Quando aveva 16 anni vennero arrestati il fratello e la sorella per attività sovversiva; il fratello venne poi giustiziato. Si laureò in legge a pieni voti ma l’influsso di ciò che accadde al fratello segnò la sua vita, divenne un grosso pensatore e iniziò a compiere azioni violente tanto che dovette scappare dal suo paese rifugiandosi e chiedendo asilo politico in Svizzera. A 47 anni, tornato fortunosamente in patria, fu a capo di un movimento politico e successivamente al governo del suo paese. Morì a seguito di ripetute crisi epilettiche , trattate incongruamente, crisi dovute a lesioni ischemiche cerebrali.

Si tratta di Vladimir Ilič Uljanov, detto Lenin.

C. Ultimo di sette fratelli, tutti impegnati nell’impresa di famiglia. L’ambiente sociale nel quale ha vissuto è sicuramente isolato, privo di grossi stimoli culturali. Probabilmente presenta un deficit intellettivo perinatale; è di carattere ingenuo e bonario. E’ infatti muto dalla nascita, non è molto preciso, “un bambino instabile”. Ha una caratteristica capacità di contrarre a comando i muscoli del padiglione auricolare. Per tutti questi  motivi è sicuramente il prediletto della giovane donna che per un periodo della loro vita accudisce i sette fratelli.

E’ Cucciolo di Walt Disney.

N.B. Generale dell’armata francese a 24 anni, più tardi ha conquistato l’Europa. E’ stato uno dei maggiori geni militari  mai conosciuti al mondo, ma anche un individuo estremamente diligente. Vi sono proe che egli andava soggetto a crisi epilettiche. Si diceva che le crisi epilettiche fossero causate dall’uremia dovuta alla gonorrea che egli aveva contratto dalla moglie, l’imperatrice Giuseppina.

Avete tutti riconosciuto Napoleone Bonaparte.

Dopo questa carrellata vi sarete fatti un’idea più precisa della diffusione della malattia e dei suoi sintomi. Di tutto ciò la storia e la letteratura tramandano molte evidenze.

Tra le evidenze storiche della diagnosi della malattia cito il Saikku, un testo babilonese del 1000 a.c.,  che riporta una descrizione della malattia.

… se egli perde conoscenza  ed il braccio o la gamba si storcono dallo stesso lato del collo, questo è miqtu…

… se egli perde coscienza e la schiuma esce dalla sua bocca, questo è miqtu…

… se prima dell’attacco metà del corpo è pesante e formicola…

… se alla fine dell’attacco gli arti restano paralizzati…

… se egli grida “il mio cuore, il mio cuore”, sbatte gli occhi, diventa rosso e si gratta involontariamente il naso…

 … se rimane cosciente ma quando gli parlate si comporta in modo strano…

E ancora:  … se il demone lo possiede ripetutamente…

Erodoto di Alicarnasso ne parla come del morbo sacro.

Ippocrate dà l’avvio alla medicina come scienza etica e parla dell’epilessia in questi termini: “…. e coloro che attribuiscono questa malattia agli dei sembrano a me come i prestigiatori, gli impostori, i ciarlatani…questa malattia non sembra a me più divina delle altre…né meno curabile delle altre, a meno che non si presenti da lungo tempo….e diventi più forte dei rimedi…Il cervello è sede della malattia come di qualsiasi malattia con manifestazioni violente…”

Platone riferisce che se lo schiavo è affetto da epilessia l’acquirente ha diritto al rimborso del prezzo. 

Nell’antica Roma il soggetto “lunatius” poteva far rinviare le elezioni. I comizi venivano sospesi se uno dei presenti aveva una crisi epilettica. Cornelio Celso  parla di “comitialis morbus” e Plinio di “ vitium comitiale”. L’ aggettivo “comiziale” riferito all’epilessia è  tuttora usato.

Anche in letteratura vi sono abbondanti esempi di epilessia. Dante vede l’epilessia come punizione, tanto è vero che la attribuisce a Vanni Fucci nel XXIV canto dell’Inferno come punizione del furto sacrilego.

E quale è quei che cade, e non sa como,

per forza di demon ch’ha terra il tira

o d’altra oppilazion che lega l’omo

Quando si leva, che intorno si mira

tutto smarrito dalla grand’angoscia

ch’egli ha sofferta, e guardando sospira

 

Ma Dante vede l’epilessia anche come sincope da emozione. Dopo il racconto di Paolo e Francesca nel  Canto V  dell’Inferno Dante viene  colto da un’intensa emozione e sviene.

 Mentre che l’uno spirto questo disse

l’altro piangea; si che di pietade

io venni men così com’io morisse.

E caddi come corpo morto cade

 

Anche Shakespeare, nella tragedia Otello, descrive una crisi epilettica, quanto il protagonista sviene dopo aver visto il fazzoletto di Desdemona nelle mani di Cassio.

Anche nella  tragedia di Giulio Cesare, Cesare sviene dopo aver rifiutato la corona di re:

Cassio: Cesare è svenuto ?

Bruto: è possibilissimo; egli ha il mal caduco

Cassio: No ! Cesare non ha il mal caduco. Ma voi ed io, e l’onesto Casca, noi abbiamo il mal caduco

 

Dostojevskji include nelle sue opere diversi personaggi affetti da epilessia. Ne “L’idiota”,  Il principe Miskin; ne I fratelli Karamazov, Smerdjiakov; ne “I demoni” , Kirillov con le sue esperienze estatiche di Kirillov.

Anche nei romanzi di Poe (Berenice, La rovina di casa Husher, Il seppellimento prematuro) viene descritta l’epilessia come  morte apparente (catalessia).

Ne “Il grande sonno” Chandler scrive: “La mano che teneva a rivoltella cominciò a tremare…la sua bocca prese a fremere…le labbra rigurgitavano bava…l’afferrai al volo… le cacciai tra i denti un fazzoletto… raccolsi il gingillino… giaceva raggomitolata in un angolo della vettura, immobile… a metà del viale che portava a casa si mosse:

“Cosa è successo…ho fatto pipì”

“Così fan tutte” dissi.

Anche ai giorni nostri vi sono ovviamente persone molto note che soffrono di epilessia e non sempre lo ammettono. E’ un peccato perché siamo sempre alla ricerca di testimonial che possano motivare gli altri alla cura.