Lunedì, 04 Agosto 2014
Relatori conviviali

TRIESTE: L'IDENTITA' DI CONFINE NEI ROMANZI NOIR - Veit Heinichen

Dopo le consuete comunicazioni del Presidente la conviviale del 8 aprile è stata arricchita dalla prestigiosa presenza dello Scrittore Veit Heinichen, che si è volentieri sottoposto all'intervista del nostro socio Cristiano Degano, in un incontro avente per tema ”Trieste,. L'identità di confine nei romanzi noir”.  Le risposte alle questioni formulate dal nostro intervistatore sono state molto articolate, merito della profonda cultura e della sorprendente eloquenza dimostrata dallo Scrittore, dote veramente rara per uno straniero anche se oramai considerabile “triestino” a tutti gli effetti. Si riporta qui di seguito una, giocoforza, breve sintesi dell'interessante incontro dialettico.

D.  Come è finito a Trieste?

R. Non lo so bene neanch'io, sono un figlio di confine nato in una lembo di terra tra Germania e Francia ed ho fatto per lavoro ben 13 traslochi. Sono finito a Trieste città con più confini, quella che considero la più settentrionale del Mediterraneo, dopo una prima visita nel 1980. Mi hanno affascinato i riferimenti letterari che conoscevo su Trieste e la curiosità. Chi nasce vicino ad un confine ha un'altra anima perché la diversità è ricchezza.  

D. E' stato per Trieste amore a prima vista, o un rapporto contrastato amore-odio?

R. No, nessun odio o rancore, solo amore. Sono al contempo preoccupato per Trieste, come ho avuto modo di dire recentemente; da imprenditore quale sono stato vedo spreco di tempo e di risorse. Mi impegnerò per quello che posso per la città.

D. Perché sono ambientati a Trieste i suoi romanzi?

R. Sono venuto a conoscenza con delle ricerche di misfatti avvenuti ed ho avuto modo di contattare persone del mestiere che, per lavoro, si sono fermate qui.

D. Come le viene l'ispirazione, camminando per città?

R. Lo scrittore è comunque un cittadino che osserva e partecipa del mondo dove vive. Allora uno si fa domande, come tutti, elabora pensieri e fa approfondimenti, come in tutte le professioni. Le mie storie non sono triestine, hanno però Trieste come scenario.

D. Sono sempre storie di confine: è la storia che lei ci ripropone?

R. Si, ed è sempre storia europea di fatti qui accaduti ed importanti per la stessa Europa. La  storia di questa terra è  complessa, qui si è percepita la divisione del mondo, i fatti del 20° secolo si sono rispecchiati a Trieste. Pensiamo ad esempio alla rottura tra URSS ed Jugoslavia.

D. Dal 1980 quando arrivò, com'è cambiata Trieste?

R. Ci sono stati tanti cambiamenti. Pensiamo alla caduta del muro di Berlino e l'unificazione della Germania.  Trieste sta ritrovando il suo ruolo grazie alla sua centralità.

D. Cosa manca alla centralità ritrovata di Trieste?

R. In zone di confine ci sono grandi opportunità. La difficoltà può essere il capitale che è lontano. Bisogna sviluppare l'economia transfrontaliera coinvolgendo i confinanti, con competitività ma superando nazionalismi e pensando ad una grande area...

D. Quanto hanno contribuito i suoi romanzi tradotti in 9 lingue al rilancio del turismo a Trieste?

R. Non faccio pubblicità, scrivo in maniera sincera. Vedo però con piacere tanti turisti che vengono a Trieste forse anche perché ne hanno parlato i miei romanzi. Sono tedeschi, francesi ma non solo. Ci sono in questa città ricche attrattive.

D. C'è un personaggio cui è più legato?

R. No. Sarebbe come chiedere ad una madre qual'è il figlio a cui vuole più bene.

D. C'è una nuova inchiesta in previsione per Laurenti?

R. Si e no. Laurenti non sono io. Ho creato un nuovo personaggio di poliziotto, Xenia, per svincolarmi da lui. E' la figlia avuta da una bibliotecaria di Gemona che muore sotto il terremoto. Entra in polizia e, dopo peregrinazioni varie tra la Sicilia e Roma, si stabilisce a Grado: si proprio in un luogo così tranquillo come Grado.

D. Ultima domanda: Il miglior pregio ed il peggior difetto di Trieste?

R. Trieste non si distingue: tutto il mondo è "paese".

(a cura di Roberto Carollo)