Sabato, 10 Giugno 2017
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Sabato 10 giugno, il noto critico/storico dell’arte e conduttore televisivo Philippe Daverio ha presentato al pubblico l’ultima produzione pittorica di Carmelo Nino Trovato, pittore ed architetto triestino, nonché nostro socio. La mostra, inaugurata presso Palazzo Gopcevich con una conferenza stampa alla presenza di Giorgio Rossi (Assessore alla Cultura del Comune di Trieste, ente promotore) e del nostro Presidente Fredi Luchesi (Club organizzatore dell’evento), sarà visitabile fino al 16 luglio nella sala Attilio Selva, sul Canal Grande.

È stata la terza volta che il celebre storico dell’arte ha presenziato alla inaugurazione di una esposizione di Trovato presentandone le opere.

 Nel novembre 2006 a Trieste il professor Daverio illustrò al pubblico che affollava Palazzo Costanzi le opere pittoriche dell’artista giuliano, presentate nell’occasione anche da un testo redatto da Paolo Portoghesi, pubblicato nel catalogo della mostra promossa dal Comune di Trieste e dalla Regione Friuli-Venezia Giulia. Nel luglio 2011 fu la volta di una rassegna ospitata nella Sala Rilke del Castello di Duino dei Principi della Torre e Tasso, dove Daverio descrisse l’operato del pittore triestino ad un ristretto pubblico di invitati, a causa dell’impossibilità di far entrare nella splendida sede un numero eccessivo di persone. Questa esposizione era promossa dal Comune di Duino Aurisina.

È ora di nuovo Trieste, città del pittore, ad ospitare le sue opere più recenti assieme ad una selezione di quelle più datate, in una rassegna fortemente voluta dall’Assessore alla Cultura Giorgio Rossi, coadiuvato in questa iniziativa da Fredi Luchesi, Presidente del Rotary Club Trieste Nord. La sede prescelta è prestigiosa ed affascinante, affacciata sulle acque del Canal Grande nello storico Palazzo Gopcevich. Il titolo della mostra “Cristalli silenti”, vuole porre in risalto le particolari atmosfere metafisiche ed esoteriche descritte nei quadri del pittore triestino, da molti anni ispirato dal pensiero di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero. Per Trovato infatti alcune sue ultime opere gli rammentano “la muta presenza di cristalli silenziosi, raggelati nell’eterna immobilità rivelante il livello superiore dell’esistenza”.

Daverio così descrive, in un passo del suo testo “Il laboratorio segreto della magia”, appositamente redatto per quest’esposizione e pubblicato in catalogo, alcuni tratti del lavoro dell’amico Nino Trovato, conosciuto a Milano ormai più di trent’anni fa:

“La pittura è talvolta un’utile cura dell’anima. Lo è inizialmente per chi la genera; ma lo diventa successivamente per chi ha la fortuna di poterla meditare con attenzione. I paesaggi onirici di Nino Trovato sono in quest’ottica emblematici. Acque misteriose scorrono nella sua coscienza sotterranea e appaiono sorgive all’interno di architetture mistiche. Il passaggio suo è proprio questo, va dal mistero verso la mistica, dal subcosciente al rivelato.”

“Entrare nel suo immaginario equivale all’ingresso nella stanza del mago, ma solo apparentemente è questa tollerata penetrazione un passo nello spazio. Corrisponde ben di più ad un percorso inatteso nella psiche di questo mago, nel suo cerebro profondo, come se si trattasse di vagare nel cervello vero e proprio, quello anatomico e fisiologico. I dipinti recenti testimoniano più che mai questa curiosa peregrinazione: tendono tutti ad essere divisi simmetricamente in due porzioni apparentemente similari, quella dei due lobi cerebrali.”

In esposizione si potranno vedere olii ed acrilici, su tela e su legno, appartenenti al ciclo delle “Acque sognanti”, già esposti in importanti sedi sia in Italia che all’estero, quelli dedicati a “Le porte regali”, ispirate dall’omonimo libro di Pavel A. Florenskij e gli ultimi lavori dedicati ai “Cristalli silenti”. Florenskij (1882-1937), grande matematico, mistico e filosofo russo, intendeva esaltare la funzione spirituale dell’arte, in particolar modo della pittura, che è chiamata a “portare” il Cielo sulla Terra, cioè a tradurre in forme sensibili il sovrasensibile. Ecco dunque che le opere d’arte spalancano miracolosamente queste sorte di “porte regali”, almeno per un attimo, lasciandoci intravvedere il mondo spirituale che “silenziosamente” e solitamente “invisibilmente” permea tutta la realtà.

L’opera di Trovato negli anni ha suscitato l’interesse di alcuni dei principali esponenti del mondo culturale. Oltre ovviamente a Philippe Daverio, solo per citarne alcuni, Massimo Cacciari, Vito Mancuso, Guido Perocco, Paolo Portoghesi, Paolo Rizzi, Aligi Sassu, Marcello Venturoli e, a Trieste, Pino Roveredo e Veit Heinichen. Nel 2011 è stato invitato da Vittorio Sgarbi ad esporre al Padiglione Italia della Biennale di Venezia nella sede diffusa del Friuli Venezia Giulia.

 

Breve cenno sulla “poetica” di Trovato:

“Fin da quando ero molto giovane ho sempre considerato l’arte come una sorta di ideale ponte fra il mondo spirituale e quello fisico-sensibile, in cui viviamo immersi dalla mattina al risveglio fino alla sera quando ci addormentiamo. Tale atteggiamento non va banalmente considerato in modo retorico o sentimentale. Si tratta invece di intraprendere un lento e faticoso lavoro interiore, coadiuvato nel mio caso dagli insegnamenti esoterici di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero, per poter penetrare nell’universo del sovrasensibile onde percepire e poi poter portare qui sulla Terra ciò che si è “visto” in quel territorio. L’arte quindi deve tradurre in forma sensibile ciò che viene contemplato nel sovrasensibile.”  Carmelo Nino Trovato.

 

NOTA BIOGRAFICA

Carmelo Nino Trovato è nato a Jamiano-Doberdò del Lago, nel goriziano, il 24 settembre 1954, dal siciliano Giovanni e da Albina Pacor, slovena del Carso triestino. Dopo la maturità scientifica, conseguita a Trieste, ed il biennio di Ingegneria Civile svolto nell’Università triestina, si è laureato in Architettura a Venezia. Pittore fin da giovanissimo, nel campo artistico è stato l’allievo prediletto di un anziano discepolo di Carlo Wostry, Alfredo Surian, scomparso nel 1975. Ha trascorso l’infanzia tra San Daniele del Friuli, Udine e Milano, stabilendosi infine a Trieste. Nel 1981 Mons. Boccadoro, Vescovo di Viterbo, ha inaugurato una sua pala d'altare eseguita per la cinquecentesca chiesa di San Rocco in Arlena di Castro (Viterbo). Nel 1982 ha vinto il primo premio al “II Mini Print International”, in Spagna, rappresentando quindi l'Italia in una serie di esposizioni itineranti ordinate dal Governo Catalano. Di particolare rilievo le due affermazioni alle Rassegne del Centro “San Fedele” di Milano, nell'83 e nell'84, ove ha ricevuto il primo premio rispettivamente per la grafica e per la pittura. Nel 1983 Mons. Amadio, Vescovo di Rieti, su indicazione del Presidente della Pontificia Commissione Centrale per l'Arte Sacra, l'Arcivescovo Mons. Fallani, ha accolto una sua pala d'altare nel nuovo Tempio dedicato a S. Francesco, a Rieti. Nel 1984 Guido Perocco, Direttore del Museo d'Arte Moderna di Ca' Pesaro di Venezia e docente di Storia dell’Arte a Ca’ Foscari, lo ha segnalato quale artista dell’anno nel “Catalogo dell'Arte Moderna Italiana 'Bolaffi' N.20” (G. Mondadori & Ass.). Nel 1985 è stato invitato alla Biennale d'Arte Sacra di Venezia, ricevendo un premio dal Cardinale Marco Cè: il suo trittico, lodato da Giorgio Mascherpa sulle pagine di “Avvenire”, fa ora parte della collezione del Museo Diocesano di Venezia. Nel 1989 una sua mostra dedicata al ciclo delle “Acque sognanti” è stata presentata da Aligi Sassu al Centro “San Fedele” di Milano. Nel 1991 è stato invitato, assieme ad Aligi Sassu, Gioxe De Micheli e Giancarlo Borgia, ad eseguire un affresco per il “museo all'aria aperta” di Arcumeggia presso Varese, conosciuto come il più celebre “paese dipinto” d’Italia per le opere realizzate con tale tecnica da alcuni dei maggiori pittori italiani del '900. Nel 1992 l’architetto Paolo Portoghesi, allora Presidente della Biennale di Venezia, e la moglie Giovanna Massobrio lo hanno invitato ad esporre nella loro celebre Galleria “Apollodoro” di piazza di Spagna a Roma. Nel 1994 Mons. Bellomi, Vescovo di Trieste, ha inaugurato il nuovo altare in marmo della chiesa di “San Bartolomeo” a Barcola eseguito su suo disegno. Nel 1995 viene allestita una sua mostra personale, presentata da Aligi Sassu, al “Civico Museo Revoltella – Galleria d'arte moderna” di Trieste, nell'ambito della manifestazione “Revoltella Estate '95”. Nel 1996 una sua mostra è stata presentata alla Galleria “Cartesius” di Trieste, accompagnata da un testo critico di Marcello Venturoli. Nel 1998 è stato invitato ad allestire una sua personale al castello di Esery-Reignier in Francia. Nel 2002 è presente al Museo della Permanente di Milano nell’esposizione della collezione di dipinti rotondi di Duilio Zanni. Nello stesso anno viene invitato a dipingere una delle grandi “vele” esposte in Porto Vecchio a Trieste in occasione della regata Barcolana. Nel 2003 è stato inserito nel volume fotografico “Protagonisti, arte e scienza a Trieste”, di Alice Zen, che ha ritratto i personaggi più significativi del capoluogo giuliano, nel campo dell’arte e della scienza. Nel gennaio 2003 è stato accolto, nella classifica “Artista”, quale socio del Rotary Club Trieste Nord. Nel 2004 il Gruppo Giuliano Cronisti gli ha commissionato l’esecuzione di una grafica che è stata da loro donata ai principali esponenti del mondo economico, culturale e politico triestino. Nel 2006 Philippe Daverio e Paolo Portoghesi hanno presentato una sua antologica nella sala “Umberto Veruda” di Palazzo Costanzi a Trieste: la mostra era organizzata dal Comune di Trieste e dalla Regione Aut. Friuli Venezia Giulia. Nel 2011 viene invitato ad esporre al Padiglione Italia della 54^ Biennale di Venezia, manifestazione curata da Vittorio Sgarbi, nella sede del Friuli Venezia Giulia. Nel 2011 Philippe Daverio ha presentato la sua mostra “Le porte regali” allestita nella sala “Rilke” del Castello di Duino, sotto l’egida del Comune di Duino Aurisina e dei Principi della Torre e Tasso.

Ha al suo attivo la partecipazione a numerose rassegne nazionali ed internazionali, ed ha allestito mostre personali in Italia ed all’estero. Sue opere sono presenti in 13 musei ed in collezioni pubbliche e private, in Italia ed in Australia, Austria, Belgio, Canada, Colombia, Cuba, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Grecia, Messico, Norvegia, Spagna, Stati Uniti d'America, Svizzera, Venezuela.

Nel 1983 ha fatto parte della giuria internazionale del “III Mini Print International” in Spagna, quindi nel 1999 della giuria del XIV premio per le arti figurative