Sabato, 09 Febbraio 2013
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Sabato 9 febbraio presso il Civico Museo di Storia ed Arte – Orto Lapidario – è stato presentato alla stampa e al pubblico il restauro dello scarabeo del cuore in cartonnage appartenente alla collezione egizia del Museo Civico, realizzato con il finanziamento del Progetto “Rotary per la Regione” ed il contributo del nostro Club, promotore del Service.

L’operazione di restauro, di pulizia e consolidamento, è stata affidata alla ditta “Nicola Restauri” di Torino e Aramengo (Asti), specializzata negli interventi su reperti dell’antico Egitto, in particolare mummie, sarcofagi e cartonnage.

Lo scarabeo era sistemato sopra le bende della mummia, sul petto ad ali aperte a protezione del cuore; è realizzato in un caratteristico materiale egizio, simile a un cartone creato attraverso la sovrapposizione di strati di papiro e tessuto tenuti assieme da gesso, la cui superficie stuccata veniva poi dipinta. Nel nostro caso, il materiale è sagomato a raffigurare uno scarabeo blu ad ali aperte che regge tra le zampe anteriori il disco solare del mattino, in colore rosso, e tra le zampe posteriori l’anello shen, simbolo di eternità. Le ali sono dipinte di rosso, mentre le piume sono blu scuro.

Un particolare prezioso: i contorni delle piume e i dettagli del corpo dello scarabeo sono stati messi in evidenza attraverso una sottile d’oro, costituita da piccoli rettangoli allungati di foglia d’oro applicati uno dopo l’altro.

Sull’altra faccia, quella che doveva essere a contatto con le bende della mummia, fatto del tutto inconsueto tanto che appare come un unicum, è stato tracciato su fondo bianco “frettolosamente”, con un calamo (penna di giunco) intinto in inchiostro nero, un testo distribuito in 12 righe sul corpo e in 5 righe sulle due ali, a coprire l’intero campo; le righe non passano da un pezzo all’altro come fosse un’unica superficie scrittoria, ma si leggono da destra a sinistra separatamente per i tre pezzi. I caratteri non sono in geroglifico, bensì nella scrittura che prende il nome di ieratica e che costituisce una grafia corsiva, sempre esistita in Egitto parallelamente alla scrittura monumentale dei geroglifici.

La lettura del testo, che oggi risulta di difficile interpretazione, e in alcuni punti ormai irrimediabilmente compromessa, è stata curata dal prof. Franco Crevatin dell’Università di Trieste: ricorda il nome del proprietario Cia-en-Khonsu e riporta una serie di nomi di divinità.

Lo scarabeo si data al III secolo a.C., al periodo Tolemaico, seguito alla conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno nel 332 a.C., e costituisce un prezioso arricchimento per la collezione egizia di Trieste essendo l’unico pezzo in scrittura ieratica, accanto ai molti in geroglifico (incisi su stele e sarcofagi in pietra o dipinti sui tre sarcofagi lignei e su molte statuine) e in geroglifico corsivo tracciato su quattro splendidi fogli di papiro, di altissima qualità e ricercatezza, risalenti al XV secolo a.C.

Nel corso della manifestazione si è sottolineata l’importanza del sostegno offerto al Museo dal Rotary Club Trieste Nord con questo primo restauro, realizzato anche grazie all’interessamento del Centro Egittologico “Claudia Dolzani” di Trieste, con l’auspicio che sia il primo tassello di una collaborazione destinata a interventi di restauro più consistenti per valorizzare la nostra collezione egizia, una delle più belle raccolte italiane e l’unica nella Regione.

NOTIZIE DI APPROFONDIMENTO

La città di Trieste intrattenne dal XVIII secolo un intenso rapporto mercantile e finanziario con la terra del Nilo e vide formarsi, pezzo dopo pezzo, una cospicua raccolta egittologica nata non tanto dall’interesse di un singolo, ma di un’intera città. La particolare passione dei triestini per il collezionismo fu caratterizzata infatti da un velato sapore esotico e rivolta alla conoscenza delle civiltà dell’Oriente Vicino e Lontano. Più di un migliaio di reperti, di grande o piccola dimensione accanto a mummie umane e animali, sono confluiti così in una collezione dal forte valore didattico illustrativo, nota ed apprezzata a livello internazionale (i suoi materiali sono stati concessi a mostre in Italia e all’estero), capace di stupire e introdurre direttamente nel magico mondo dell’Antico Egitto.

Unica nel territorio regionale, rientra tra le migliori collezioni nazionali di media grandezza dopo quelle di Torino, Firenze, Milano e Bologna.

Indispensabile strumento educativo vede annualmente la presenza di centinaia di classi di studenti di ogni ordine e grado provenienti dalla città, dalla regione tutta e dal Veneto, accompagnati da una guida didattica offerta dal Comune. Vengono proposti a più riprese anche incontri e presentazioni rivolti a un pubblico adulto, come quelli sugli straordinari risultati ottenuti con le analisi Tac delle mummie e la ricostruzione dei volti di tremila anni fa.

La collezione è stata valorizzata dagli studi della professoressa Claudia Dolzani (1911-1997) docente di egittologia presso l’Università degli Studi di Trieste, che ha affrontato in esaustivi articoli scientifici i suoi pezzi più importanti. L’intera collezione nel 2000 ha trovato nuova sistemazione nella grande sala egizia al pianterreno dedicata alla memoria della studiosa triestina, a cui è intitolato anche il Centro culturale egittologico, che oltre a un impegno divulgativo sostiene le attività civiche con il finanziamento di restauri e la collaborazione a diverse iniziative. Nel 2004 sono state inaugurate, grazie al finanziamento della famiglia Costantinides in memoria di Giorgio Costantinides, due nuove sale che ospitano i materiali di proprietà dei Civici Musei Scientifici che sono stati accorpati nell’unica sede di via della Cattedrale.

I Civici Musei si prefiggono inoltre, con il sostegno di finanziatori privati e server, di promuovere un ampio progetto di valorizzazione che comprenda l’impegnativo restauro dei sarcofagi lignei e di altri reperti per la loro migliore conservazione e un’ottimale fruizione.

Il restauro dello scarabeo del cuore alato in cartonnage rappresenta pertanto un punto di inizio per un progetto più vasto che affiancherà al restauro l’introduzione di apparati didattici informatizzati, percorsi di approfondimento sui diversi temi come i geroglifici, la scrittura e la mummificazione, per arrivare alla creazione di una postazione per la fruizione dei non vedenti che inviterà a mettere “le mani sull’Egitto” possibilità che certamente vedrà anche nei bambini dei felici fruitori.

Il direttore di servizio Civici Musei di Storia ed Arte

Maria Masau Dan